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Prime Esperienze

Per le antiche mani


di Conte01
21.05.2024    |    392    |    0 8.7
"Il giovane infilò allora la mano dentro le mutande "su coraggio tiralo fuori", disse ancora la donna, rimase immobile paralizzato per l’emozione e..."

Barbarina Vecchia è oggi un animato Borgo in collina ricco di attività ricettive e artigianali, agli inizi degli anni 80 era un paese semiabbandonato, arroccato sulla cima di una collina, la popolazione si era trasferita a valle 10 anni prima e le uniche a frequentarlo erano le tessitrici che avevano dovuto lasciare, nelle vecchie case, i telai in legno; raggiungibile solo a piedi facevano tutti i giorni la strada in salita e discesa per andare a lavorare.
Luciano aveva quarantasette anni e sei mesi prima, per lavoro, aveva accettato di trasferirsi in una città dell’Italia meridionale, aveva faticato ad integrarsi e fuori dal lavoro non frequentava nessuno passando le serate a casa o in giro quando il tempo lo permetteva.
Fu per caso che, una sera in un bar, sentì alcune frasi che lo colpirono; riguardavano un piccolo paesino sulla cima di una collina che si trovava lì vicino.
Inizialmente, si limitò a visitarlo, le vie erano ripide e strette, le case alte due o tre piani avevano facciate decrepite, tutto dava l'idea dell'abbandono, per le strade incontrò solo poche persone, perlopiù anziani.
Prestando maggior attenzione aveva, intanto, raccolto altri particolari, il sabato seguente si arrampicò nuovamente fino all'antico centro, dalle vie principali originavano stretti vicoli sui quali si aprivano archi che permettevano l'accesso ai cortili sui quali si affacciavano da due a massimo tre porte che conducevano alle case, nessuna casa aveva, infatti, il proprio ingresso nel vicolo, troppo angusto per permettere ad esempio ad un carretto di fermarsi, così le aperture laterali permettevano ai vicoli di restare sempre liberi in quello che era stato un tempo borgo di contadini ed allevatori.
Luciano iniziò a visitare i vicoli, sostando spesso per guardare un architrave o un fregio, fermandosi d'innanzi agli archi per controllare gli stretti cortili e dopo alcuni tentativi trovò quanto cercava.
Appeso ad una parete, di fianco ad una porta, vide un rametto d'alloro tenuto assieme da un nastro rosso, la porta sembrava aperta ma non ebbe il coraggio d'avvicinarsi continuò invece il giro e quella sera, nella parte di paese che visitò contò circa un'altra decina di case con il ramo appeso all'esterno.
Passò una settimana nell'incertezza ma il sabato successivo, ormai deciso, salì al paese e si diresse a caso verso una delle abitazioni in cui ricordava di aver visto l'alloro.
Arrivato di fronte non lo vide, così pensando di aver sbagliato si diresse verso un altro posto, oltre l'arco di pietra, appeso al muro, vide l'alloro ma non ebbe il coraggio d'entrare, si allontanò di alcuni passi prima di fermarsi nuovamente e tornare indietro, il vicolo era deserto e tutto sembrava tranquillo, si fermò nuovamente davanti all'arco e alla fine, con il cuore in gola, varcò quel passaggio.
La porta era una decina di metri più avanti, procedette a piccoli passi, tormentandosi, ora poteva vedere che la porta era aperta ma solo quando arrivò di fronte vide l'interno; seduta su un piccolo sgabello c'era una donna di cui non riuscì a stabilire l'età, vestiva secondo l'uso locale con una lunga gonna nera ed una camicia e un fazzoletto dello stesso colore, la donna l'invitò ad entrare ma l’uomo colto di sorpresa si allontanò di corsa.
Lasciò il vicolo e si ritrovò in una delle strade principali, deluso e amareggiato, l’eccitazione era però tanta che dopo pochi minuti decise di riprovare, promettendo a sé stesso che non si sarebbe più tirato indietro.
Ritrovò il primo vicolo notò che il rametto era ricomparso vicino alla porta, oltrepassò l'arco e lentamente si avvicinò domandandosi chi avrebbe incontrato in quella casa, arrivato davanti alla porta vide una donna seduta all'interno, anche questa invitò l'uomo ad entrare.
La donna gli sembrò inizialmente identica a quella vista in precedenza, poi si rese conto che la somiglianza era legata al fatto che indossavano il medesimo abbigliamento, anche sull'età non poteva dirsi sicuro ma doveva avere all'incirca una sessantina d'anni.
Luciano si ritrovò nell'ingresso dell'abitazione, era un locale buio e poco spazioso dal quale si accedeva ad una scala che conduceva al piano superiore, mentre alla destra e alla sinistra vi erano due porte chiuse.
La donna sedeva su di un basso sgabello poggiando la schiena contro il portone aperto, il giovane entrando le si fermò davanti, senza sapere cos'altro fare.
La donna, intuì che il giovane non conoscesse le usanze del luogo, parlando un misto di dialetto ed italiano, gli chiese di prendere il rametto d'alloro che aveva visto all'esterno ed una volta che l'ebbe preso gli indicò una panca che si trovava vicino alla porta.
Il giovane posò il rametto, la donna, indicando allora un piattino che si trovava sullo stesso mobile, disse" dieci mila ", Luciano aveva pronte alcune banconote, né prese una da dieci e la posò sul piattino, "su avvicinati" disse la donna, "cosa fai ancora lì", il giovane si avvicinò ma ancora una volta non sapeva cosa fare, la donna paziente disse "se vuoi che inizi devi tirarlo fuori".
Luciano sbottonò i pantaloni guardando preoccupato la porta che era rimasta aperta, "non preoccuparti quando non c'è l'alloro nessuno si avvicina ".
Il giovane infilò allora la mano dentro le mutande "su coraggio tiralo fuori", disse ancora la donna, rimase immobile paralizzato per l’emozione e l’imbarazzo, "non preoccuparti", disse ancora la donna cercando d’incoraggiarlo, Luciano allora lo prese lasciandolo penzolare fuori dai pantaloni, appena l'ebbe fatto la donna se ne impossessò e pur essendo lungo solo pochi centimetri iniziò delicatamente a massaggiarlo.
Nel modo in cui erano disposti Luciano dava le spalle alla porta mentre la donna, seduta alla sua sinistra, poteva comodamente masturbarlo con la mano destra, Luciano vide che aveva steso sul pavimento alcuni fogli di giornale, dopo alcuni minuti sia per effetto della stimolazione sia perché nel frattempo aveva riacquistato una certa tranquillità raggiunse finalmente l'erezione e la donna iniziò a masturbarlo.
La vecchia alternava movimenti rapidi a lente pause in cui accarezzava il pene solo sulla punta, per poi ancora accelerare e rallentare ed in tal modo, pur essendo il giovane al colmo della tensione, riuscì a ritardarne l’orgasmo per una decina di minuti, quando però avvertì che stava per cedere, impugnò saldamente l’uccello e con pochi colpi, decisi, lo fece eiaculare.
Una decina di schizzi densi finirono sul pavimento, la donna si dimostrò abilissima nel facilitare l’uscita del seme, allentando la pressione per permettere al getto di uscire e poi premere nuovamente e pompare altra linfa fuori dai testicoli.
Appena finito si affrettò ad asciugare le gocce residue, con un pezzo di tela, per impedire che si sporcasse i pantaloni, poi prima di farlo andare via l'invitò a ritornare.
Luciano si ritrovò nella strada con le gambe molli e la testa confusa e per quella sera decise di andare via, nelle settimane successive ebbe modo di visitare molte altre case, le donne avevano un'età variabile tra i sessanta ed i settanta anni, ed anche se alla fine l’unico tipo di prestazione offerta era la masturbazione ognuna aveva una sua tecnica ed un suo modo di farla.
Quando pensò di conoscere abbastanza bene l’ambiente successero però alcuni fatti ai quali non era minimamente preparato; un pomeriggio ritornò in una casa in cui era già stato, la donna che vi abitava era una signora di circa sessantacinque anni dall'aria dimessa e poco ordinata, la donna lo fece entrare nel piccolo ingresso, come spesso accadeva era seduta nel fondo del locale di fronte alla porta, Luciano sapeva che doveva sistemarsi al suo fianco ed anche se così risultava visibile dall'esterno era ormai abbastanza tranquillo perché sapeva che nessuno sarebbe arrivato.
La donna iniziò a masturbarlo dopo essersi bagnata il palmo della mano con la saliva, la gonna scura portava evidenti tracce di liquido maschile.
Mentre il giovane si godeva il massaggio si sentì all'improvviso una voce dal fondo del cortile "comare Marì vi occorre frutta", con enorme sorpresa del giovane la donna, senza interrompere la masturbazione, rispose alla comare e così dopo pochi attimi una figura esile e scura apparve sulla porta portando un cesto sul capo.
La vecchia, senza scomporsi, diede solo un'occhiata, poi disse "comare siete occupata", e l’altra, senza accennare minimamente a fermarsi, rispose, "no, no finisco subito, aspettate un attimo, fatemi vedere cosa avete" , la vecchia poggiò il cesto sulla soglia, mentre Luciano era impietrito per la sorpresa, "datemene cinque mila" disse ancora, e mentre la vecchia iniziava a scegliere la frutta la donna si dedicò con più lena al suo lavoro, l'uccello del giovane diventò, in breve, nuovamente rigido mentre una diversa eccitazione prendeva il posto dell'imbarazzo iniziale.
Mentre la donna continuava la sega la vecchia finì di separare la frutta, una volta rialzata, il giovane poté osservare l’anziana contadina, sebbene segnata dal tempo, aveva ancora uno sguardo acuto e sveglio; sembrava che avesse deciso di attendere che l'amica finisse e per niente imbarazzata si era seduta sulla soglia per riposarsi, quella presenza silenziosa non fece altro che dilatare l'eccitazione del giovane.
La donna aveva intanto impresso ai suoi movimenti un ritmo più deciso e la mano correva veloce sull’asta strizzando il glande violaceo, l'anziana contadina continuava ad osservarli discreta ed attenta prevedendo, data la sua esperienza, quanto stava per avvenire, in breve Luciano raggiunse il piacere versando lunghi fiotti di seme sul pavimento, a quel punto la donna si alzò e ripulì con la gonna la punta dell'uccello ancora bagnata prima di salutare il giovane.
Così in seguito capitò spesso, mentre lo stavano facendo, che una o più donne passassero o entrassero nella casa, fermandosi magari a parlare o per fare qualche faccenda e spesso gli succedeva di godere proprio in quel momento o subito dopo senza il minimo imbarazzo delle presenti.
In un'altra occasione, Luciano, mentre curiosava tra i vicoli, vide un cortile con il consueto rametto appeso, solo che questa volta di fronte alla porta vi era una finestra aperta, alla quale era affacciata una donna.
Luciano entrò d'istinto nel cortile e subito la finestra si chiuse, arrivato sulla porta vide all'interno una donna di circa sessanta anni, Luciano entrò con i soliti preliminari quando però la donna iniziò a masturbarlo, non poté non pensare che forse l’altra lo stava osservando da dietro la persiana, la donna si accorse di questo interesse e disse "se vi fa piacere che la mia amica ci guardi mentre lo facciamo per altri dieci ve la posso chiamare", Luciano mise subito i soldi sul piattino e a quel punto la donna richiamò la dirimpettaia "Francesca puoi affacciarti", dopo pochi istanti la finestra si aprì e la donna si affacciò riprendendo il discorso interrotto come se nulla fosse, la donna faceva scorrere velocemente la mano sull'uccello poi si arrestava scappellando e ricoprendolo lentamente, poi afferrava l'uccello alla base facendolo oscillare in su e in giù, lo colpiva di lato oppure con le dita chiuse toccava solo il glande poi, come di solito, quando decise di farlo venire accelerò i movimenti della mano ed in breve, Luciano, iniziò a versare il seme mentre le due donne continuavano a conversare.
Quando poi, nei vicoli, il giovane iniziò ad essere conosciuto ci furono anche altri episodi, forse, non del tutto fortuiti; una volta ad esempio mentre stava godendo dei servizi di una signora sulla settantina, si sentirono dei passi che rapidamente si avvicinavano, poi una voce da dietro la porta, "Maria sono io, ho bisogno d'entrare un attimo", "vieni", rispose la donna, aggiungendo "c'è un giovane"; "scusate" disse una signora più o meno coetanea dell'altra affacciandosi alla porta, poi entrando disse, "posso" e mentre si dirigeva verso il sottoscala, dove probabilmente c'era un bagno, altre due figure fecero capolino dalla porta salutando.
Le due nuove arrivate, all’incirca coetanee delle altre, si erano fermate sulla porta, manifestando un certo disagio senza, però, dare l’idea di voler andare via, la padrona di casa al contrario aveva continuato il servizio senza nessun imbarazzo, iniziando anzi a conversare con loro.
L’arrivo improvviso delle donne ebbe come effetto la perdita dell’erezione quindi la donna si ritrovò in mano un corpo morbido ed elastico che poteva manovrare a piacimento, la continua stimolazione impediva al pene di ritirarsi e quella visione attirò l'attenzione delle due visitatrici catturando il loro sguardo.
Luciano conosceva bene quella sensazione, era in quel posto ma tutte si comportavano come se non ci fosse e questo essendo un esibizionista gli piaceva moltissimo; il rumore dell'acqua che scorreva segnalò il termine dell'operazione per cui la donna si era appartata ed infatti dopo pochi istanti questa uscì dal sottoscala, passò accanto alla padrona di casa e al giovane ma essendo l'uscio già troppo affollato si fermò di lato unendosi alla conversazione, il giovane non sapeva più come comportarsi, ma la donna non sembrava aver per il momento nessuna idea di farlo godere limitandosi soltanto ad operare un lieve massaggio giusto per non far ritirare completamente il pene.
La conversazione andò avanti per una decina di minuti alla fine dei quali il pene di Luciano era comunque ridotto ad un'escrescenza di pochi centimetri, questa trasformazione fu seguita con curiosità da tutte le donne ed anche la signora sembrava essersi ricordata all'improvviso del motivo per cui il giovane era lì ed aveva iniziato ad operare con impegno per farlo nuovamente indurire.
Ben presto l'uccello raggiunse l'erezione e la donna allora senza più perdere tempo iniziò a segarlo di gran lena tanto che una delle presenti disse, "bene ora avete da fare , noi andiamo" ma nessuna si mosse, "no aspettate che poi vi offro il caffè", disse ancora la donna, "tanto ho quasi finito", e poi ancora rivolgendosi all’amica che aveva usato il gabinetto, "Teresa prendete il boccale", la donna raccolse in un angolo un boccale alto e largo di smalto bianco e mettendosi di fronte al giovane lo sistemò all'altezza dell'uccello, i movimenti, della mano, diventarono via via più veloci e profondi fino a quando il primo getto non andò a sbattere contro il fondo del recipiente.
Dopo il primo schizzo ne seguirono molti altri e la donna, di fronte al giovane, fu attenta a raccoglierli tutti nel boccale; dopo l’orgasmo, la signora, non lasciò l’uccello ma continuò a tenerlo in mano, per far scendere le ultime gocce nel recipiente.
Mentre il pene, lentamente, si ritirava la lunga stimolazione e l’aria fresca di quella sera fecero sì che un altro stimolo diventasse rapidamente incontrollabile e così, nonostante Luciano avesse tentato disperatamente di resistere, gli scappò un fiotto d’urina, le due donne non mostrarono nessuna esitazione anzi la signora per invogliarlo ulteriormente iniziò a scrollare il membro, con piccoli movimenti della mano, mentre l’altra donna continuava a reggeva il boccale, il giovane allora, vinte le ultime inibizioni, si lasciò andare iniziando a svuotare la vescica.
La signora trattene saldamente il pene nella mano, dirigendo il getto nel recipiente, scese le ultime gocce l’amica allontanò il boccale mentre la signora si premurò di asciugare, accuratamente, l’uccello.
Da quella volta si rese conto che spesso vicino al portone si trovava un boccale smaltato questo veniva utilizzato dagli uomini per urinare sia prima che dopo la sega o dalle donne per raccogliere il seme quando non volevano si sporcasse il pavimento.
Alcune volte poi ci furono giornate davvero eccezionali. Era un pomeriggio in estate Luciano si ritrovò per caso in un vicoletto quasi nascosto e che per questo non aveva mai notato, si avvicinò curioso, pensando, senza una ragione precisa, che quel posto potesse riservargli qualche piacevole sorpresa.
Raccolse il ramo dal muro ed entrò, la differenza di luce gli oscurò per un attimo la vista, poi lentamente iniziò a distinguere le cose notando che la stanza era vuota.
Decise comunque di fermarsi, passarono diversi minuti nel silenzio più assoluto, poi sentì una porta aprirsi e dei passi nelle scale, dopo pochi istanti la donna lo raggiunse di sotto, "ci siete da molto", disse, "scusate ma con questo caldo sono andata un attimo a cambiarmi", aveva addosso solo una vestaglia e la pelle era ancora leggermente bagnata.
Luciano rimase sorpreso per l'abbigliamento, aveva infatti sempre visto le donne anziane vestite allo stesso modo, ma ancora di più quando guardando dall'alto la donna, che intanto si era sistemata sulla seggiolina, vide quasi per intero le grosse mammelle.
Dopo aver sistemato la banconota sul piattino aprì i pantaloni estraendo l'uccello già quasi completamente rigido, la donna iniziò a masturbarlo lentamente incurante del fatto che i suoi movimenti mettessero ancor più in evidenza il petto.
Dopo alcuni minuti, si sentì una voce provenire dall'esterno, "comare posso scendere che da me si crepa di caldo", "scendete, scendete", rispose la donna e così dopo pochi istanti apparve, portando con sé una seggiolina, una donna di circa sessant'anni.
La nuova arrivata, dopo aver salutato, si sedette di lato al giovane per niente sorpresa di quanto stava avvenendo.
Le due donne iniziarono a conversare e si andò così avanti per un po’ con l'uccello che veniva solo massaggiato lentamente, quando la padrona di casa si lamentò per il caldo la nuova arrivata si offrì di darle il cambiò e così l'uccello passò nella sua mano, quando ebbe troppo caldo lo cedette nuovamente ed alzatasi entrò in cucina, arrivata di fronte ad una grande vasca in pietra, sfilò la leggera vestaglia di cotone rimanendo con addosso solo un paio di grandi mutande bianche, aperta l'acqua iniziò a rinfrescarsi le ascelle ed i seni gustando la sensazione di fresco sulla pelle.
Luciano guardava eccitato la scena, le grosse mammelle venivano sollevate e spostate su e giù, quando la donna si ritenne soddisfatta infilò la vestaglia sedendosi senza abbottonarla e subito diede il cambio all'amica, il giovane sentì il contatto con la mano resa fresca dall'acqua ed ebbe un fremito ed ancora di più quando l'altra donna, alzatasi a sua volta, imitò la comare.
La padrona di casa arrivata di fronte alla vasca tolse la vestaglia poi immerse una spugna nell'acqua fredda ed inizio a strofinare il corpo insistendo sui punti nei quali il caldo era più opprimente, passata la spugna sul collo, sui seni e sulle ascelle non ancora soddisfatta sfilò le mutande per rinfrescare anche la natura.
Luciano colpito da quella scena fece appena in tempo a rivolgerle uno sguardo eccitato che subito un nuovo avvenimento cambiò la situazione.
Una vecchia, bassa e vestita di nero era entrata all'improvviso, dopo aver dato un'occhiata distratta ai due si diresse verso la padrona di casa ancora nuda con la spugna in mano, dopo aver parlottato concitatamente la vecchia attese la risposta dell'altra.
Un lungo filo di bava trasparente scendeva ormai dal cazzo del giovane vicinissimo a sborrare, la comare al suo fianco aveva la vestaglia aperta con le mammelle che toccavano le cosce.
Luciano non seppe mai quale fosse il motivo ma le due donne si ricomposero in fretta lasciando la casa; la vecchia invece fece cenno di seguirla nella cucina, gli fece abbassare i pantaloni poi lo fece stendere su un lungo tavolo si assentò per qualche istante rientrando subito dopo.
Non aveva nessuna fretta di farlo venire anzi dava l’impressione di voler passare un po’ di tempo con il giovane, massaggiava le palle, faceva scorrere lentamente la mano sull’asta, avvicinava la punta alla bocca facendo scivolare la saliva sopra, poi riprendeva a masturbarlo, fece questo giochino diverse volte e Luciano temette di venirgli in faccia. Tra una cosa e l’altra era da oltre un’ora che veniva toccato e le palle iniziavano a fargli male, ad un certo punto Luciano capì perché stava aspettando entrò infatti un’altra donna forse di qualche anno più giovane, si sistemò all’altro lato del tavolo ed assieme continuarono a giocare con l’uccello toccandolo assieme, quando alla fine decisero che era il momento di concludere per farlo capire al giovane la prima l’invitò a venire dicendo che erano anziane ed iniziavano a farle male le braccia, fu sufficiente una bella stimolazione a quattro mani per avere un primo lungo schizzo e poi altri ancora sino a svuotarlo del tutto.
Pochi giorni dopo Luciano visse un'esperienza altrettanto incredibile; quel sabato aveva deciso di fermarsi in casa di una donna di circa cinquantacinque anni, robusta e con un grosso seno.
In tutte quelle settimane non aveva mai pensato alla possibilità di fare qualcosa di diverso ma quel giorno aveva deciso di provare e così pensò di poggiare sul piattino una banconota da venti mila lire.
Il cortile era deserto ed il rametto era appeso al muro, entrò rapidamente, la donna sedeva sulla solita seggiola; il giovane depose sul piattino la banconota quello che successe fu senz'altro piacevole ma assolutamente nella norma, rimase quindi abbastanza deluso, la donna, però, dopo averlo ripulito, si alzò e aprendo una delle porte che davano sull'ingresso l'invitò a seguirla in cucina.
La cucina non era deserta, vicino al camino c'era una vecchia di almeno ottanta anni mentre davanti alla finestra una giovane di circa quaranta, che dall'aspetto doveva essere la sorella dell'altra, la donna disse solo, "deve farne un'altra, adesso gli preparò un caffè".
Luciano stava bevendo il suo caffè quando qualcosa richiamo all'esterno la donna, dopo pochi istanti questa rientrò per dire velocemente alla sorella, “falla tu l'altra che c'è da fare fuori" e subito scomparve richiudendo la porta, il giovane ebbe improvvisamente un'idea e nel raggiungere la donna, che intanto gli aveva fatto cenno di avvicinarsi, tirò fuori una banconota da cinquanta sistemandola sul tavolo, "per questi ve la faccio speciale", disse la donna alzandosi, poi sollevando il pesante seno, aggiunse "vi piacciono belle grosse", la faccia di Luciano fu più eloquente di mille risposte.
La donna si fece seguire dal giovane in un piccolo cortiletto interno, da questo prendevano luce le finestre dei piani soprastanti, qui si sedette sopra una seggiola e disse, "dovete togliere i calzoni se no c'è il rischio che vi sporchiate", mentre Luciano si spogliava apparve la vecchia sulla porta con un telo in mano, la donna sfilò la camicia e infilò il telo nella gonna a mo’ di grembiale poi fece avvicinare il giovane lasciandolo in piedi di fronte a lei.
Luciano non si accorse quasi che la donna aveva iniziato a masturbarlo preso com'era dalla visione di quelle due grosse mammelle, il cazzo era tesissimo ma la precedente goduta gli permetteva una certa autonomia, la vecchia era intanto rientrata, però sedeva a pochi metri dalla porta in attesa di ulteriori necessità, il cortile era quindi tranquillo quando si sentì dall'alto una finestra aprirsi, istintivamente il giovane sollevò lo sguardo, preoccupato, e vide due vecchie che nel frattempo si erano affacciate.
Le due anziane, che avevano almeno novanta anni, non dissero nulla osservando però con attenzione quanto avveniva di sotto, la donna per nulla infastidita continuò incurante nella sua opera mentre Luciano, ancor più eccitato per la presenza di quelle due inattese spettatrici, sperava solo di riuscire a resistere il più a lungo possibile tanto era il piacere che provava, la donna intanto continuava a masturbarlo rivolgendo l'uccello verso il seno mentre le vecchie avevano iniziato a conversare con lei.
Ad un certo punto la donna richiamò all'esterno la madre facendola avvicinare poi le lasciò l'uccello sorreggendo con le mani le mammelle proprio sotto di esso, l'anziana non era sicuramente meno abile delle figlie anzi quella mano ossuta sapeva regalare sensazioni ancora più intense e così tutto quell'insieme di cose portarono il giovane al piacere, con la vecchia che si preoccupò di svuotarlo completamente ricoprendo di spruzzi schiumosi e densi le bianche mammelle della figlia.
La donna si voltò verso le due anziane mostrando loro le mammelle bagnate poi raccolse l'uccello dalla mano della madre per mostrarlo alle due vecchie.
In quel momento entrò nel cortiletto la più grande delle sorelle che per niente soddisfatta rimproverò la minore, ma l'anziana madre disse qualcosa che ebbe l'effetto di tranquillizzarla, la donna vide allora che il giovane era ancora abbastanza eccitato e pensò a cosa si potesse fare.
Le due anziane erano ancora affacciate alla finestra allora la padrona di casa le invitò a scendere in cortile.
Le due vecchie scesero rapidamente, indossavano delle vecchie camicie bianche e sotto solo delle sottogonne di cotone dello stesso colore, lunghe sino alle ginocchia con delle ciabatte tutte sdrucite, la più grande delle due sorelle si avvicinò alle vecchie per dirgli qualcosa.
Le due si avvicinarono al giovane che aveva l’uccello non ancora a riposo, la donna prese la mano di una delle due e la guidò verso l'uccello facendo sì che l'impugnasse.
L'anziana donna non aveva perso la pratica che doveva aver sicuramente esercitato in altri tempi, ed iniziò a segare il giovane con gran piacere per passare poi lo strumento alla comare, anche questa afferrò il cazzo ed iniziò a maneggiarlo e così ci furono molti passaggi di mano.
Dopo una decina di minuti l’uccello era teso e viola con la punta bagnata da una leggera schiuma, le due vecchie sembrava non avessero nessuna fretta di concludere.
La sorella era rimasta nel cortile a seno scoperto, la padrona di casa invitò la madre e le due anziane a fare altrettanto, con grande sorpresa di Luciano l’ottantenne esibì due grosse mammelle ancora piene ed anche le due novantenni misero in mostra dei grossi seni che arrivavano sino all’ombelico.
Di fronte a quello spettacolo eccezionale fu facile per la padrona di casa con quattro smanacciate far venire il giovane tirandogli fuori le ultime riserve di seme.















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